NON SCHERZARE CON IL PECCATO
In una foresta del Colorado i turisti ammirano i resti di un albero colossale. Aveva quasi cinquecento anni, infatti quando Cristoforo Colombo sbarcò sul continente americano era già una tenera pianticella...Era un albero maestoso e da uno studio approfondito, avevano notato che aveva sopportato bufere e terremoti, era sopravvissuto a migliaia di fulmini aveva sempre resistito vittoriosamente a venti e tempeste atmosferiche. Ci volevano venti uomini per abbracciare il suo tronco a braccia aperte.
Ma ora eccolo … abbattuto e secco a terra. Ma cosa ha potuto distruggere quest’albero secolare? Molto semplicemente è stato un insetto, un minuscolo coleottero il “punteruolo rosso” che depose un po' di uova microscopiche in un angolino della sua corteccia. Da lì a poco nacquero minuscole larve, ma dal robusto appetito. In pochi mesi il gigante della foresta, che aveva vinto secoli e tempeste, fu distrutto e abbattuto da un insignificante insetto.
Questa storia ci deve portare a porre attenzione che la stessa cosa non possa succedere anche nella nostra vita cristiana. Non permettiamo che le piccole “larve” del peccato si nascondano nella nostra vita. Troppo spesso assumiamo alla leggera atteggiamenti … stili di vita … pensieri NON conformi a un figlio di Dio e ci scusiamo dietro la famosa frase: “Ma tanto non c’è niente di male!” … “Ma tanto Dio guarda al cuore!” … E cerchiamo di far coincidere il nostro pensiero con quello di Dio e portiamo avanti così la nostra vita, insensibili e non curanti di ciò che Dio NON approva e non coscienti che Dio NON fa compromessi con noi e con ciò che Lui DEFINISCE peccato. Non misuriamo mai il peccato secondo la nostra coscienza o le nostre sensazioni, ma è di vitale importanza considerare e giudicare tutto ciò che è peccato e tutto ciò che è trasgressione, alla luce della Parola di Dio, chiamando peccato TUTTO QUELLO che Dio chiama peccato. Facciamo perciò attenzione alle piccole cose … perché esse sono il seme di quelle grandi. «Non regni dunque il peccato nel vostro corpo mortale per ubbidire alle sue concupiscenze» (Romani 6 verso 12)