MIRACOLO NEL BRACCIO DELLA MORTE

Gesù disse: «Io vi dico in verità: i pubblicani e le prostitute entrano prima di voi nel regno di Dio....» (Matteo 21 verso 31) 

Mia madre faceva la prostituta e non sapeva chi fosse mio padre. Sono cresciuta in strada, e non ero ancora maggiorenne che già avevo conosciuto tutti i tipi di droga. Avevo un ragazzo e ci procuravamo la roba insieme, rubando e facendo piccole rapine che più di una volta mi hanno fatto finire in carcere. Ogni volta che uscivo ritornavo alla vecchia vita, perché era l’unica che conoscevo e non riuscivo neanche a immaginarne una diversa. Io ero nata per morire era solo una questione di tempo.
Un giorno uccisi un uomo durante una rapina. Fui arrestata e condannata alla pena capitale, restando ad aspettare qui nel braccio della morte. Sono già passati più di 10 anni e adesso sembra che sia venuta la mia ora. Un giorno un uomo che portava i giornali mi disse: “Il pastore che cura la cappella nel carcere mi ha chiesto se tu fossi interessata a leggere il Nuovo Testamento?” Io non sapevo niente di Dio né di quando riguardava il mondo spirituale, così accettai tanto per leggere qualcosa di diverso, ma finii presto per buttare il libro sullo scaffale, dove rimase: credevo che non fosse per me, una ladra, assassina, spacciatrice e cocainomane che Dio sicuramente odiava e non vedeva l’ora che mi uccidessero. A dir la verità non sapevo nemmeno se Dio esistesse, finché un giorno presi la Bibbia e finalmente incominciai a leggerla.

Non lessi mai di un Gesù che condannava i peccatori, ma solo gli ostinati e gli ipocriti; ma nemmeno trovai che Gesù avesse perdonato un’assassina. La notte pensavo molto a questi fatti, chiedendomi se fossero veramente accaduti. Il paradiso, l’inferno, Dio, gli angeli… se fossero esistiti io sarei certamente andata all’inferno. Piansi chiedendomi come mai ero nata senza un padre e perché mia madre non si fosse mai presa cura di me. Pensai che se solo fossi nata in una famiglia normale forse ora non starei per finire all’inferno. La lettura del Nuovo Testamento ora aveva tutto il mio interesse. Una notte vidi la cella illuminarsi; subito mi alzai pensando ad un’ispezione speciale delle guardie, ma non vidi nessuno, mentre la luce si faceva sempre più intensa fino a diventare accecante. Stavo cominciando ad avere paura, ma sentii qualcuno dire: “Elisabeth, perché hai paura di me?” – “Chi sei?” domandai. “Sono Gesù, – mi disse – Colui che ha dato la vita per te. Io verrò a prenderti, tu verrai con me nel mio Regno; non avere paura, Io cambierò il tuo cuore, nel frattempo prega e abbi fede”. Riuscii solo a dire grazie e poi non riuscii più a parlare. Incominciai a piangere di gioia e a pregare, ma non sapendo cosa dire allora dicevo solo “grazie Gesù, grazie”. La gioia e la pace erano incommensurabili. Rimasi forse tutta la notte in preghiera. Dio mi aveva salvata, ripulita da ogni peccato e adesso ero Sua. La mattina venne una guardia per la colazione, ma il vassoio gli cadde dalle mani, e mi domandò: “Che hai al viso?” Io risposi: “Niente, perché? – “Hai un viso angelico!” – mi disse, e scappò via.

Dopo una settimana arrivò la lettera che fra meno di due mesi sarei stata soppressa per iniezione letale. Sentii Gesù vicino a me che mi diede forza. Scrissi al New York Times e raccontai la mia testimonianza, ma soprattutto volli chiedere perdono alla famiglia a cui avevo fatto del male. Mi inviarono un giornalista a farmi un’intervista e dove chiesi nuovamente il perdono per il mio reato, che mi fu respinto, anche se sapevo che Gesù mi aveva già perdonato”.

Il giorno dell’esecuzione erano presenti tutti nella stanza della morte. Elisabeth fu messa su un lettino, mentre intorno a lei c’era una vetrata che separava il pubblico dalla morente. Man mano che il veleno incominciava a circolare nelle vene della donna, la vita terrena la lasciava, mentre la vita eterna gli spalancava le braccia. Girò la testa, e guardando negli occhi uno dei presenti, disse: “I love Jesus” (che significa “io amo Gesù”), e poi fu accolta in cielo. La legge terrena aveva compiuto il suo corso, ma anche la Grazia di Dio aveva compiuto il Suo, dando perdono ad un cuore penitito.