IL VERO NATALE

Non esiste alcun riferimento biblico che indichi la data del 25 dicembre, né che menzioni il mese o il giorno della nascita del Salvatore. La narrazione dei Vangeli, anzi, implicitamente e logicamente, esclude la possibilità che Gesù sia nato d’inverno.  Nessun fatto nelle Scritture getta luce sulla stagione in cui nacque Gesù, fuorché questo: che i pastori stavano pascolando le loro greggi nell'aperta campagna, di notte (Luca 2 verso 8), e questo di certo non favorisce la data del 25 dicembre. La fredda atmosfera delle notti di dicembre e gennaio, in una località elevata come quella Betlemme, tenendo presente che i mesi da dicembre a febbraio, sono la stagione piovosa, durante la quale cade anche talvolta la neve.   

Se Dio avesse stimato utile per noi che il mese e il giorno in cui Gesù divenne incarnato, fossero conosciuti e celebrati in tutte le età, Colui che comandò di santificare il settimo giorno, in memoria della creazione e di celebrare la Pasqua il 15 del mese di Nissan, in commemorazione della liberazione di Israele dalla schiavitù d’Egitto, non avrebbe potuto far riferimento alla data della nascita di Gesù? La Chiesa dei primi due secoli non ha mai praticato la festa della natività. D’origine occidentale, la sua celebrazione comparve a Roma verso il 330, diffondendosi durante IV secolo in tutte le chiese di rito latino. 

La data del 25 dicembre fa pensare che si sia voluto ricordare la nascita di Gesù come “Sole di giustizia, e Luce del mondo” (come Egli stesso si definisce nel Vangelo di Giovanni), per contrapporla alla celebrazione pagana del Dio sole. Il motivo di questa scelta deve rinvenirsi nella tendenza, che andava viepiù sviluppandosi fortemente nella chiesa cristiana ad adottare i giorni festivi dei pagani e idolatri, cambiandone i nomi, per persuaderli a fare adesione al Cristianesimo. Il 25 dicembre era celebrato, molto tempo prima dell’era cristiana, in tutto il mondo pagano, in onore della nascita Tammuz, figlio d’Astarot “la regina del cielo” dei Babilonesi; ed al fine di attirare i pagani al Cristianesimo la stessa festa fu adottata dalla chiesa. 

Dopo questo note di carattere storico, sorge sempre la solita domanda: “ma che male c’è festeggiare il Natale?” Non ci sarebbe nulla da obbiettare se la Bibbia, la rivelazione che Dio a dato all’uomo, non avesse parlato tanto chiaramente a riguardo. Tutto questo è tradizione e paganesimo è detestato da Dio. Gesù stesso riprende duramente i religiosi del tempo: «…avete annullato la Parola di Dio a motivo della vostra tradizione» (Matteo 15 verso 6).               

Siamo sinceri nel dire che queste festività, sono oramai manifestazioni popolari e folcloristiche, più che cristiane in senso spirituale e biblico. Noi ricordiamo in ogni momento Gesù nato, morto e risorto, perché lo Spirito Santo, con la Sua azione continua, ha fatto del Signore non un grande personaggio storico del passato. La risposta può sembrare semplicistica, ma chiunque ha incontrato Gesù e Lo ha accettato come proprio Salvatore, vive in modo così attuale la propria esperienza di fede da ritenere inutile, anzi controproducente, uniformarsi a feste tradizionali, perché Gesù è una realtà vivente e quotidiana.