UNA COSCIENZA SPORCA O PULITA?

Capita sempre più spesso di sentire persone, che davanti ad accuse di truffe, corruzione, ecc., affermare con tranquillità che loro hanno la “coscienza pulita”, la “coscienza a posto”. Viene spontaneo domandarsi, se quelli che fanno queste affermazioni siano sinceri o no, se la propria coscienza sia una voce fedele o meno. Quante volte i “credenti”, davanti a una vita d’incoerenza con la Parola di Dio osano affermare: “mi sento a posto con la coscienza”? 

Ma possiamo pensare ed accettare che la coscienza del credente sia un metro di misura per testimoniare di una vita retta e coerente? Se come credente la coscienza non mi condanna, posso stare tranquilla perché vuol dire che Dio mi sta approvando? 

Prima di dare risposta a queste domande vediamo in realtà cos’è la coscienza: La parola tradotta nella Bibbia con “coscienza” deriva dal greco suneidêsis, che significa letteralmente “vedere insieme, ‘vedere nello stesso tempo o avere una visione d’insieme” (da qui il significato di comprendere, percepire, realizzare, riferito ad una visione mentale). Vedendo l’uso che se ne fa di questo termine nel Nuovo Testamento, possiamo arrivare, al significato di “consapevolezza, ‘conoscenza di sé, ma anche conoscenza di valori morali”. Ogni persona, secondo la Bibbia, ha una coscienza: «... raccomandiamo noi stessi alla coscienza di ogni uomo davanti a Dio» (2 Corinzi 4 verso 2). Il motivo per cui Dio nel creare l’uomo, lo dotò di questa facoltà, aveva come scopo il rivelare Se stesso, infatti Dio, ha scelto vari modi per rivelarsi agli uomini, da rivelazioni generali, come la natura, a quelle più particolari, come i profeti fino alla persona di Gesù Cristo, tutte poi confluite nella rivelazione finale e definitiva della Sacra Scrittura. Tra le rivelazioni generali (o ‘universali’) possiamo inserire anche quella della coscienza. Dio ha fatto quindi conoscere qualcosa di sé (“quel che si può conoscere”), anche attraverso una ‘voce’ interiore, una legge non scritta, ma posta nella coscienza «Poiché quel che si può conoscere di Dio è manifesto in loro, avendolo Dio manifestato loro” (Romani 1 verso 19). 

Ma possiamo pensare che la coscienza possa essere una voce fedele? Come tutte le nostre facoltà, anche la coscienza è stata pervertita dal peccato, essa ha perso la sua sensibilità e la sua efficienza. La Bibbia infatti, ci parla di coscienza “marchiata” dal peccato «Segnati di un marchio nella loro propria coscienza» (1 Timoteo 4 verso 2) e di una coscienza “contaminata” «Per i contaminati ed increduli niente è puro; anzi, tanto la mente che la coscienza loro son contaminate» (Tito 1 verso 15). Il peccato quindi ha sviluppato nell’uomo una coscienza falsa e ingannatrice, una coscienza offuscata a causa del peccato e quindi inattendibile in quanto al percepire ciò che è buono e meno buono, a ciò che è peccato e ciò che non lo è. 

Ma grazie siano rese a Dio, che nell’opera di salvezza compiuta da Cristo Gesù alla croce, Egli ha provveduto anche un’opera potente nella coscienza dell’uomo, infatti è scritto: «Quanto più il sangue di Cristo, che mediante lo Spirito eterno offrì se stesso puro di ogni colpa a Dio, purificherà la nostra coscienza dalle opere morte per servire il Dio vivente!» (Ebrei 9 verso 14). Non dimenticando mai, che anche dopo quest’opera, anche dopo questa azione, la coscienza deve essere SEMPRE sottoposta costantemente all’azione dello Spirito Santo. NON sarà mai in contrasto con l’insegnamento biblico, ma quello che lo Spirito Santo mi fa sentire sarà SEMPRE in conformità con la Parola di Dio. Se vogliamo avere, come credenti, dentro di noi una voce sincera, attendibile, dobbiamo “camminare ogni giorno per lo Spirito” affinché tutto quello che faremo da oggi in poi possa scaturire «Da un cuore puro, da una buona coscienza e da una fede sincera» (1 Timoteo 1 verso 5). Il Signore ci aiuti a non fidarci troppo della nostra coscienza ma ad avere SEMPRE e SOLO come metro di misura la Sua PAROLA, unica e sola regola di fede e di condotta.