LIBERATA DALLA DEPRESSIONE

«Una donna può forse dimenticare il bimbo che allatta, smettere di avere pietà del frutto delle sue viscere? Anche se le madri dimenticassero, non io dimenticherò te.   Ecco, io ti ho scolpita sulle palme delle mie mani; le tue mura mi stanno sempre davanti agli occhi» (Isaia 49 verso 15 e 16) 

Mi chiamo Maria Grazia, nacqui il 12 Aprile del 1965, ad un solo mese di vita fui strappata dall’affetto materno e internata in un collegio di orfani dove vi rimasi per 5 anni senza l’affetto e l’amore di un essere umano. Venni adottata da una coppia senza figli della mia stessa città di cui mi diedero un educazione, una casa, del cibo dei vestiti e che divennero i miei genitori. Continuava a mancare però quell’affetto profondo , il contatto di carezze e abbracci che desideravo molto, dato che erano all’antica dove non si era abituati a questo meraviglioso e speciale modo di amare. Mi nascosero fino a 16 anni della mia realtà di adozione, pur sapendo benissimo che loro non fossero i miei genitori biologici, e mi mentivano quando facevo loro delle domande e mi dicevano che mi avevano internato in quei anni perché mia madre era ammalata. Dopo aver conseguito il diploma di Magistrale, scelto tra l’altro da mia madre, perché era la scuola piu’ vicina da casa. Fu così che verso i 20 anni caddi in una profonda depressione.

Vivere non aveva senso per me, il loro amore era possessivo morboso malato nei miei confronti, non dovevo lavorare o avere relazioni con gli altri giovani, ma la mia vita era casa e parenti. Mi chiedevo perché Dio mi avesse creato e posta su questa terra, visto che non ero utile a nessuno, e così pensai al suicidio, ci provai per ben 2 volte con dose massicce di psicofarmaci, quei farmaci che i miei genitori s’illudevano che potessero guarirmi dopo che mi avevano portato dai psichiatri. Ma tutto questo non portò nessun beneficio nella mia vita, mi portarono anche da diversi maghi e cartomanti, ma tutto questo non faceva che peggiorare la mia situazione.

Un giorno mentre rientravo a casa fui notata da Francesco un giovane cristiano lui il quale non sapendo nulla della mia vita e della mia situazione mi parlò dell’Amore di Dio e del sacrificio del Suo amato Figlio Gesu’ che aveva pagato anche per me portando su di Lui ogni mio dolore, abbandono, solitudine, maledizione, peccato. Mi disse che Dio mi amava così tanto da avermi creata per uno scopo.

Quale sublime messaggio di gioia, di luce, di perdono, di pace e di speranza e di salvezza eterna. Iniziai a cercare il Signore e a leggere la Sua Parola, la Bibbia, e giorno dopo giorno vedevo la mia vita cambiare, non avvertendo più quell’angoscia e quel buio che avevo dentro di me, ma provavo serenità e pace.  Realizzai la liberazione da quel tunnel di morte della depressione mi sentivo rinata, rigenerata ad una nuova vita con la consapevolezza di essere stata creata per essere dono di Dio. E’ trascorso un po’ di tempo da quel giorno ma la pace e la gioia del Signore non sono mai mancate nella mia vita, ma posso affermare per esperienza che «Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete veramente liberi» (Giovanni 8 verso 36).