SIAMO PREPARATI?
La Bibbia è ricca di esortazioni per la nostra vita cristiana, ma chi, leggendo il capitolo dove Gesù parla degli avvenimenti che precedono il Suo ritorno, non si trova a riflettere su questo verso? «Vegliate dunque, poiché non sapete né il giorno, né l’ora, che il Figliol dell’uomo verrà» (Matteo 25 verso 13). Si racconta di un re che aveva al suo servizio un buffone di corte che gli riempiva le giornate di battute e scherzi alleggerendo le responsabilità del sovrano. Scherzi, battute e danze allegre fece sì che piano, piano la fiducia del re verso il buffone fu tale al punto che decise di affidargli il suo scettro dicendogli: «Tieni il mio scettro te lo affido, lo devi tenere finché non troverai qualcuno più stupido di te; allora ti autorizzo a regalarlo a lui» Qualche anno dopo, il re si ammalò gravemente. E sentendo avvicinarsi la morte, chiamò il buffone, di cui in fondo si era affezionato, e gli disse: «Volevo avvisarti che partirò per un lungo viaggio» «Quando tornerai? Fra un mese?» chiese il buffone. «No!», rispose il re, «Non tornerò mai più». Il buffone con uno sguardo triste ribatté: «Ma quali preparativi hai fatto per questo viaggio?» E il re con voce sconsolata «Nessuno!» fu la triste risposta. «Tu parti per sempre», disse il buffone, «E non ti sei preparato per niente? Allora, prendilo tu lo scettro: ho trovato uno più stupido di me!»
Tutti siamo coscienti del fatto che la vita dell’uomo passa velocemente e per alcuni è stata addirittura come un flash. Chi scrive lavora in ambito sanitario e ogni giorno può toccare con mani la fugacità della vita, una fugacità dove l’età non fa differenza. Si dice comunemente che la morte “non guarda in faccia a nessuno” ed ecco dei giovani sottratti alla vita terrena in un attimo, portati via in un baleno ed ora non sono più. Per ognuno di noi la vita non è mai una certezza, non v'è certezza che il battito del nostro cuore possa continuare fino a domani. Ora, di fronte a questa realtà, come ci stiamo comportando? Tanti hanno paura della morte, ma non fanno niente per vincere questa paura. Altri, invece, sono superficiali e non ci pensano. Ma noi, in qualità di figli di Dio, come viviamo questa attesa? Certamente non con paura, né con superficialità e neppure vedendo la morte come un traguardo di sconfitta, ma sarà certamente... «Beato quel servitore che, arrivando il padrone, lo troverà occupato» (Matteo 24 verso 46). Ecco il miglior modo per prepararci al ritorno del Signore: essere occupati ad amarLo, lodarLo e servirLo fino a che non sentiremo lo squillo di tromba «Perché il Signore stesso, con un ordine, con voce d’arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal cielo...» (1 Tessalonicesi 4 verso 16).