HO BISOGNO DI TE

«Egli non triterà la canna rotta e non spegnerà il lucignolo fumante, finché non abbia fatto trionfare la giustizia» (Matteo 12 verso 20)

In un magnifico giardino cresceva una pianta di bambù molto bello e rigoglioso. Il Signore del giardino lo amava più di tutti gli altri alberi. Anno dopo anno, Il bambù cresceva e si faceva robusto e bello. Il bambù sapeva bene che il Signore lo amava e ne era felice. Un giorno, il Signore si avvicinò alla sua amata pianta e gli disse: "Caro bambù, ho bisogno di te". La magnifica pianta sentì che era venuto il momento di dimostra lo scopo per cui era stata creata e disse, con grande gioia: "Signore, sono pronto. Fa' di me l'uso che vuoi". La voce del Signore era decisa: "Per usarti devo abbatterti!" Il bambù si spaventò: "Abbattermi, Signore? Io, la più bella pianta del tuo giardino? No, per favore, no! Usami per la tua gioia, Signore, ma per favore, non abbattermi". "Mio caro, bambù", continuò il Signore, "se non posso abbatterti, non posso usarti". Il giardino piombò in un profondo silenzio. Anche il vento smise di soffiare. Lentamente il bambù chinò la sua magnifica chioma e sussurrò: "Signore, se non puoi usarmi senza abbattermi, allora abbattimi pure". "Mio caro bambù", disse ancora il Signore, "non solo devo abbatterti, ma anche tagliarti i rami e le foglie". "Mio Signore, abbi pietà. Distruggi la mia bellezza, ma lasciami i rami e le foglie almeno!". Il sole nascose il suo volto, una farfalla inorridita dal dialogo volò via. Tremando, il bambù disse fiocamente: "Signore, va bene, tagliali". Ma il Signore proseguì: "Mio caro bambù, devo farti ancora di più. Devo spaccarti in due e svuotare il tuo interno. Se non posso fare questo, non posso usarti".

Il bambù abbassò la sua chiamo fino a toccare terra e con un filo di voce, mormorò: "Signore, spaccami allora e strappa ciò che c’è al mio interno". Così il Signore del giardino abbatté il bambù, tagliò i rami e le foglie, lo spaccò in due e gli lo svuotò l’interno. Poi lo portò dove sgorgava una fonte di acqua fresca, vicino ai suoi campi che soffrivano per la siccità. Delicatamente collegò alla sorgente una estremità dell'amato bambù e diresse l'altra estremità verso i campi inariditi.
La chiara, fresca, dolce acqua prese a scorrere nel corpo del bambù e raggiunse i campi. Fu piantato il riso e il raccolto fu ottimo. Così il bambù divenne una grande benedizione, anche se era stato abbattuto e distrutto. Quando era un albero stupendo, viveva solo per se stesso e si specchiava nella propria bellezza. Stroncato, ferito e sfigurato era diventato un canale, che il Signore usava per rendere fecondo il suo regno.

Quante volte le circostanze della vita, le difficoltà, i rifiuti ricevuti, le delusioni, le indifferenze, si tagliano, ci spezzano, ci annientano e non capiamo, non vediamo una soluzione, un cambiamento e con un filo di vece chiediamo” Signore perché?”

Noi la chiamiamo "sofferenza". Dio la chiama "HO BISOGNO DI TE".