«Te beato, Israele! Chi è pari a te, popolo salvato dal Signore? Egli è lo scudo che ti protegge, e la spada che ti fa trionfare» (Deuteronomio 33 verso 29)
La
vita su questa terra non è facile, spesso dobbiamo affrontare situazioni e
momenti difficili, circostanze in cui sembra di non farcela. Oggi leggevo dalla Parola di Dio e mi ha
fatto riflettere il verso che ho scritto in neretto. Dopo secoli di schiavitù
in Egitto, umiliazioni ed oltraggi, Israele fu liberato da Dio e guidato nel
deserto, entrando, infine, nella terra promessa.
La
piena felicità, però, non poteva coincidere con il semplice possesso della
terra. Per raggiungere un tal fine, il popolo aveva bisogno di godere la
presenza di Dio, in una profonda comunione d’intenti e sentimenti con Lui: la felicità infatti, è lo stato di chi è
pienamente appagato. La felicità d’Israele aveva come fondamento
Dio stesso. Cosa
si può volere di più? Eppure, non poche volte Israele si ribellò al Suo
Signore, piombando di nuovo nell'infelicità.
“Beato
te!” Questa espressione si ode, spesso, come manifestazione d’invidia verso chi
ha salute o benessere, ricchezze o successo. Tutti coloro che usano questa
espressione, rivelano così tutta la loro insoddisfazione. La
Bibbia però risponde che in Dio si può essere felici nonostante le prove, le
sofferenze, le privazioni e il lutto. La
felicità non consiste in conquiste materiali, ma nel vivere in comunione col
nostro Signore. Per donarci felicità vera, Gesù è morto per noi e per quel
sacrificio ci ha riscattato, dandoci vita eterna. «O Eterno degli eserciti,
beato l’uomo che confida in Te» (Salmo 84 verso 12).
Il nostro segreto per essere beati cioè felici, non
dalle circostanze ma dal confidare non in una religione ma nel Dio vivente e
vero. Sforziamoci, impegniamoci di confidare con tutto il cuore nel Signore e
Lui non mancherà di benedire la nostra vita.
