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NON MORIRE PER LE TUE CONVINZIONI

«Io sono la porta; se uno entra per me, sarà salvato, entrerà e uscirà, e troverà pastura» (Giovanni 10 verso 9) 

In una nazione in guerra, ci fu un re che provocava terrore: ogni volta che catturava prigionieri non li uccideva, ma li portava in una stanza dove vi erano un gruppo di arcieri da una parte e un enorme cancello di ferro dall'altra. In questa stanza il re gli faceva formare un cerchio e diceva loro: “Puoi scegliere se morire tra le frecce dei miei arcieri o attraversare quella porta misteriosa”. Tutti sceglievano di essere uccisi dagli arcieri, per paura dell’ignoto nell'aprire quella porta. Alla fine della guerra, un saldato che per lungo tempo aveva prestato servizio al re disse: Signore, posso farle una domanda? Cosa c’è dietro a quell'orribile porta di ferro? Vai a vedere tu stesso” rispose il re. Il soldato allora, con molto tremore, aprì quella porta oramai arrugginita dal tempo e come l’aprì scoprì che la porta dava su un sentiero che portava alla libertà. Il soldato ammirato guardò il re senza riuscire a proferire parola pensando a tutte quelle persone morte che pur di non scegliere di aprire quella porta poiché ignota, preferì morire sotto i colpi delle frecce. Il re rispose: “Ho dato a loro la scelta, ma hanno preferito morire piuttosto che rischiare di aprire quella porta”. 

Quante porte non apriamo per paura? Quante volte perdiamo la nostra libertà e moriamo dentro, solo perché abbiamo paura di aprire la porta dei nostri sogni o dei nostri obbiettivi? In tanti non aprono la porta della Verità della Bibbia perché convinti della loro religione? Forse anche tu, a causa delle tue paure ti ostini a percorrere una via che non ti sta di certo conducendo a Dio. Prendi oggi la più coraggiosa decisione! Quella di aprire la porta del tuo cuore a Gesù per vivere in vittoria e libertà! Non esitare Gesù è alla porta del tuo cuore … APRILA’ non morire per le tue convinzioni.

CONTINUERAI A DIRE DI NO A DIO?

«Ecco, la mano dell’Eterno non è troppo corta per salvare, né il suo orecchio troppo duro per udire» (Isaia 59 verso 1) 

Durante un’inondazione un uomo cercò di salvarsi salendo su un campanile completamente isolato. Restò lì tutta la mattina e solamente nel tardo pomeriggio finalmente arrivò una barca. Gli uomini della barca gridarono: “Scendi che siamo venuti a salvarti” Ma l’uomo esclamo” No! Ho fede in Dio e sono sicuro che Lui mi salverà!” “Sei sicuro!” gridarono dalla barca ma l’uomo deciso confermò che se ne potevano andare. Passò così tutta la notte e al mattino seguente arrivò un’altra barca. “Scendi, ti portiamo in salvo noi!” gridarono i soccorritori. “No, grazie non vi preoccupate, ho molta fede e sono sicuro che Dio mi salverà!” e la barca si allontanò. Nel pomeriggio fu visto da un elicottero, che gli lanciò prontamente una corda per cui aggrapparsi. “No, grazie” rispose l’uomo “Ho fede che Dio verrà salvarmi!” Quella notte stessa, l’uomo morì annegato per il salire del livello dell’acqua. Arrivato in cielo disse a Dio: Signore perché non mi hai aiutato?” Dio rispose: “Ti ho mandato due barche ed un elicottero”

 Davanti a questa storiella carina, ci rendiamo conto che questa assomiglia esattamente al comportamento degli uomini davanti alla predicazione dell’Evangelo. Quante volte viene ci viene risposto: “No, grazie io ho la mia religione … Mi hanno insegnato di fare così … io non cambio sono convinto/a della mia religione … L’uomo vuole decidere lui il modo in cui il Signore deve operare e salvarci, pretendendo da Dio un certo tipo di risposte sulla base delle nostre convinzioni religiose.  Questo sito è oggi come quella barca o quel elicottero che può portarti in salvo, facendoti conoscere l’amore di Dio per la tua vita: continuerai a dire di no a Dio?

IL PIANO DI DIO E' SEMPRE IL MEGLIO PER TE

«Infatti i miei pensieri non sono i vostri pensieri, né le vostre vie sono le mie vie dice il Signore» (Isaia 55 verso 8). 

C’erano in un bosco tre alberi, che crescevano l’uno accanto all'altro. Il primo albero amava la bellezza. Il secondo albero amava l’avventura. E il terzo albero amava Dio. Un giorno, gli alberi parlavano di ciò che sarebbero voluti diventare da grandi. «Quando sarò grande, vorrei essere un baule intagliato, di quelli, dove si conservano i tesori e di gioielli scintillanti», disse il primo albero. Il secondo albero, che non pensava a cose del genere. disse: «Quando sarò grande, vorrei essere un potente veliero, Essere condotto da un grande capitano e scoprire nuove terre». Nel frattempo, il terzo albero scuotendo i rami disse: «Io non vorrei essere trasformato in niente», poi proseguì: «Vorrei restare esattamente qui, dove sono e diventare ogni anno sempre più alto. Vorrei diventare l’albero più alto della foresta. E quando gli uomini mi guarderanno, li farò pensare a Dio». 

Passarono gli anni e un giorno nella foresta arrivarono tre boscaioli. «Finalmente!», gridò il primo albero, quando il primo boscaiolo lo abbatté. «Ora il mio sogno di diventare un baule di tesori si realizzerà». «Splendido!», gridò il secondo albero, quando il boscaiolo lo abbatté. «Ora il mio sogno di diventare un veliero si potrà realizzare». «Oh no!» gridò il terzo albero quando il boscaiolo lo abbatté, «ora non potrò parlare agli uomini di Dio».

 I boscaioli portarono via i tre alberi. Per due di loro il futuro era carico di promesse. Ma non ci volle molto perché tutti e tre dovessero seppellire i loro sogni. Anziché essere trasformato in un bel baule di tesori, il primo albero diventò una brutta mangiatoia per animali. Anziché un agile veliero, il secondo albero diventò un semplice peschereccio. E del terzo albero invece non ne fecero niente. Esso fu tagliato in assi che furono lasciate in una pila nel giardino del falegname. 

La vita continuò. Gli anni passarono. E piano, piano, i tre alberi impararono a convivere con i loro sogni infranti. Ma una notte la vita del primo albero cambiò repentinamente. Nacque un bambino e per la povertà della famiglia dovettero usare quella mangiatoia per depositare il bambino. Con tutta evidenza però, non era un bambino comune perché gli angeli cantarono, i pastori vennero a visitarlo e dei re da molto lontano arrivarono per portargli dei doni. Quando il primo albero capì che cosa era successo, il suo cuore si riempì di gioia. «I miei sogni si sono realizzati», disse. «Non sono stato riempito d’oro e di gioielli, ma ho portato il più prezioso tesoro del mondo». 

Passarono circa trent'anni e un giorno, anche la vita del secondo albero cambiò. Come peschereccio si trovò fuori, in mezzo al mare, quando si scatenò una tempesta terribile. Il vento soffiava violentemente e le onde erano tanto alte che la barchetta rischiava di affondare. Ma a quel punto accadde qualcosa d’incredibile. Uno degli uomini, presenti sulla barca, si alzò e con autorità disse al vento: «Taci!»; poi rivolgendosi alle onde dichiarò: «calma!». Quando il secondo albero afferrò ciò che era accaduto, anche il suo cuore si riempì di gioia. «I miei sogni si sono realizzati», disse. «Non ho trasportato un grande comandante, ma ho trasportato il Creatore del cielo e della terra». 

Non molto tempo dopo, anche la vita del terzo albero subì un cambiamento. Arrivò un falegname e lo portò via. Con sua grande costernazione non fu lavorato per farne qualcosa di bello e non ne fecero neppure qualcosa di utile, ma ne fu fatta una grezza croce di legno. «Questo è il tipo di croce sulla quale i soldati crocifiggono i criminali», pensò l’albero sconvolto. Subito dopo fu trasportato sul luogo dell’esecuzione. Là, in cima a una collina fu inchiodato sopra le sue travi, un uomo condannato a morte. Per la verità sarebbe dovuto essere il giorno più brutto della vita dell'albero, ma l’uomo inchiodato sulla croce non era un comune criminale che doveva pagare la pena dei suoi delitti. Era l'innocente, Gesù Cristo, Figlio di Dio, che moriva per i peccati del mondo. E quando il terzo albero capì ciò che era successo, il suo cuore esultò di gioia: «I miei sogni si sono realizzati, non diventerò l’albero più alto del bosco, ma sarò la croce che farà parlare gli uomini di Gesù Cristo».

Quando le cose non sembrano andare come tu vorresti, sappi che Dio ha un piano perfetto per te. Ciascuno degli alberi ha ottenuto ciò che ognuno di loro desiderava, ma non nel modo in cui avevano immaginato. Non sempre i nostri sogni e i nostri desideri si realizzano come noi vorremmo, perché non conosciamo i piani di Dio per la nostra vita. A volte, come il terzo albero, per anni sembra che siamo abbandonati e dimenticati, come lasciati fuori dal piano di Dio. Se questa sembra la tua vita, sappi che Dio non ti ha affatto dimenticato, ma sta preparandoti, affinché al momento giusto tu possa essere lo strumento, il mezzo, il canale affinché Dio possa manifestare tutta la Sua gloria. In conclusione, se i tuoi desideri e i tuoi sogni non sempre corrispondono al disegno perfetto che Dio ha per la tua vita, ricorda che il piano di Dio è sempre il migliore. SAPPILO ASPETTARE!

LE RISPOSTE DI DIO SONO PIÙ SAGGE DELLE NOSTRE RICHIESTE

Nella Parola di Dio leggiamo: «E chi è quel padre tra voi, il quale, se il figliuolo gli chiede del pane, gli dia una pietra? ovvero anche un pesce, e in luogo di pesce, gli dia una serpe?... Se voi, dunque, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il Padre celeste donerà …» (Luca 11 versi 11 a 13) 

Quante volte ti sarai chiesto: «Come mai ho chiesto una cosa a Dio ma Lui me ne ha data un’altra. Ho chiesto a Dio una risposta, ma gli eventi si sono sviluppati all’incontrario di ciò per cui ho pregato. Come mai questo?» Ed ecco che di fronte a questa domanda scaturiscono mille risposte e tutte risposte che servono solo a placare i nostri dubbi ma che non rispecchiano affatto il progetto o il disegno che Dio ha per la tua vita. 

Una volta, un uomo chiese a Dio: un fiore e una farfalla. Ma Dio gli diede un cactus e una larva. L'uomo era triste poiché non capiva cosa aveva sbagliato nella richiesta. Allora pensò: «Con tanta gente che aspetta delle risposte nella vita, lasciamo perdere, meglio se faccio di testa mia». E così decise di non domandare più nulla. Ma un bel giorno l'uomo, notò che la richiesta fatta a Dio e che secondo lui era stata dimenticata, con sua sorpresa, vide che dallo spinoso e brutto cactus, era nato un fiore stupendo. E che l’orribile larva si era trasformata in una bellissima farfalla dai colori più svariati.

 Se hai chiesto a Dio una cosa e ne hai ricevuto un'altra, continua ad avere fiducia. Ricorda: Dio dona SEMPRE quello di cui hai bisogno, al momento giusto. E poi… non sempre quello che desideri o il tipo di risposte che chiedi è ciò che Dio ritiene che tu necessiti. Non dimenticare che la potenza di Dio non è diminuita nella storia dei tempi, ma essa è sempre sottoposta alla Sua buona e perfetta volontà. Dio agisce sempre giustamente. Egli ha pronto sempre il meglio per il tuo cammino, anche se ai tuoi occhi può apparire tutto sbagliato. Dio non sbaglia mai la consegna delle Sue risposte, vai avanti senza mormorare, ne dubitare. La spina di oggi........ sarà il fiore di domani!

UNA QUESTIONE OTTICA

«Gesù gli rispose: Tu non sai ora quello che io faccio, ma lo capirai dopo» (Giovanni 13 verso 17)  

Un giorno, un uomo non vedente stava seduto sui gradini di un edificio con un cappello ai suoi piedi per raccogliere le offerte e un cartello con la scritta "Sono cieco, aiutatemi per favore". Un uomo che passava per quella strada, si fermò e notò che aveva solo pochi centesimi nel cappello. Impietosito si avvicinò e chinandosi versò altre monete, poi, senza chiedere il permesso all'uomo, prese il cartello, lo girò e vi scrisse sopra un'altra frase. Nel pomeriggio il passante ritornò dal non vedente e notò che il cappello era pieno di monete e banconote. Il cieco riconobbe il passo dell'uomo e gli chiese se fosse stato lui ad aver riscritto sul cartello e che cosa avesse scritto. Ma l'uomo rispose: «Non ho scritto niente che non fosse vero, ho solo riscritto il tuo messaggio in maniera diversa». L'uomo sorrise e andò via senza rivelargli le parole che aveva scelto di scrivere per cambiare il messaggio. Il cieco non seppe mai che sul suo cartello c'era scritto "Oggi è primavera... e io non la posso vederla". 

Quante volte di fronte alle difficoltà della vita, siamo portati a vedere solo le nostre problematiche: forse la sofferenza della malattia che stiamo affrontando, forse il lavoro che abbiamo perso, ai contrasti e alle lotte che ogni giorno siamo chiamati a combattere senza scorgere una via d’uscita. Ma poche volte spostiamo l’ottica del nostro sguardo, considerando che ogni difficoltà affrontata, ogni battaglia sostenuta, sono in realtà delle occasioni perché Dio manifesti la Sua gloria e il suo immenso amore per noi, solo se siamo disposti a vedere in modo diverso le difficoltà di ogni giorno. Quando le cose non vanno bene nella nostra vita, cambiamo strategia e guardiamo al fatto che siamo figli di Dio e che la Sua potenza è capace di tramutare ogni cosa per il nostro bene.